La sicurezza in ambito sanitario è una priorità assoluta per la tutela della salute sia degli operatori che dei pazienti.
I Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) rappresentano un elemento fondamentale in tal senso, per ridurre il rischio di esposizione ad agenti infettivi, – chimici o fisici – che potrebbero compromettere la salute.
In questo articolo, analizzeremo le principali tipologie di dispositivi di protezione individuale impiegati in ambito medico-sanitario e l’importanza del loro corretto utilizzo.
Cosa si intende per “dispositivi di protezione individuale”?
Tutti i dispositivi di protezione individuale sono strumenti pensati per proteggere il lavoratore da eventuali rischi, che possono insorgere durante lo svolgimento delle sue attività professionali.
In ambito medico-sanitario, l’importanza dei DPI è ulteriormente accentuata dalla costante esposizione degli operatori a potenziali agenti patogeni, come batteri, virus o altri microrganismi, ma anche a sostanze chimiche o situazioni fisiche che possono causare danni.
Tipologie di DPI in ambito medico-sanitario
I dispositivi di protezione individuale possono essere classificati in base al tipo di protezione offerta.
Di seguito una panoramica delle principali categorie:
- protezione delle vie aeree: mascherine chirurgiche, mascherine FFP2/FFP3 e visiere protettive.
- Protezione oculare: occhiali di protezione o visiere.
- Protezione della pelle: guanti monouso, tute protettive, camici monouso.
- Protezione del corpo: tute integrali, calzari, cuffie per capelli.
Ogni dispositivo ha ovviamente una sua funzione specifica e deve essere utilizzato adeguatamente, per offrire una protezione efficace. Il corretto utilizzo dei DPI infatti non solo riduce il rischio di contagio o esposizione, ma contribuisce anche a garantire un ambiente di lavoro sicuro e controllato.
A cosa servono i dispositivi di protezione individuale in ambito medico-sanitario?
L’obiettivo principale dei DPI in ambito sanitario è prevenire la trasmissione di malattie infettive, proteggendo tanto l’operatore sanitario quanto il paziente.
In molti casi, gli operatori sono esposti a microrganismi altamente contagiosi, come accade durante un’epidemia di influenza o un’emergenza sanitaria globale come quella causata dal COVID-19.
In queste situazioni, l’uso corretto dei DPI può fare la differenza tra la diffusione di un’infezione e la sua contenuta gestione.
Un aspetto fondamentale da sottolineare è che i DPI offrono una protezione bidirezionale: ossia non proteggono solo gli operatori sanitari, ma contribuiscono anche a ridurre la trasmissione di agenti patogeni ai pazienti, molti dei quali possono essere particolarmente vulnerabili.
Basti pensare agli ospedali, dove i pazienti – che spesso hanno un sistema immunitario già indebolito – a causa di una semplice infezione potrebbero incorrere in complicazioni anche gravi.
I DPI, dunque, servono sia a proteggere chi li indossa, che a limitare la trasmissione di agenti infettivi verso l’esterno, garantendo un ambiente più sicuro per tutti.
I dispositivi di protezione individuale più utilizzati in ambito medico-sanitario ad oggi sono: guanti, mascherine/visiere e tute.
Analizziamoli uno ad uno…
Guanti monouso: una protezione essenziale per le mani
Uno dei DPI più utilizzati in ambito sanitario sono i guanti usa e getta.
Essi sono progettati per fornire una barriera protettiva tra la pelle delle mani e gli agenti contaminanti, prevenendo così la trasmissione di infezioni.
I guanti monouso possono essere realizzati con diversi materiali, ciascuno con caratteristiche specifiche.
I principali sono:
- guanti in lattice (molto elastici e resistenti, sono tra i più utilizzati, ma non ipoallergenici).
- Guanti in nitrile (con un’ottima resistenza chimica)
- Guanti in vinile (meno elastici ma più economici)
Devono essere indossati ogni volta che vi è un rischio di contatto con sangue, fluidi corporei o superfici potenzialmente contaminate, e vanno sostituiti frequentemente, soprattutto quando si passa da un paziente all’altro, per evitare la trasmissione di agenti patogeni.
Un uso improprio dei guanti può infatti trasformare un dispositivo di protezione in un veicolo di contaminazione.
Altro aspetto fondamentale da tenere sempre a mente è che i guanti non sostituiscono il lavaggio delle mani, ma lo integrano: le mani devono essere sempre lavate prima di indossare i guanti e subito dopo averli tolti.
Mascherine e visiere protettive per la protezione dalle contaminazioni aeree
Le mascherine sono DPI indispensabili per la protezione delle vie respiratorie, prevenendo l’inalazione di agenti patogeni presenti nell’aria, come virus e batteri.
Esistono diverse tipologie di mascherine, ciascuna con caratteristiche specifiche, ma le principali sono 2:
- le mascherine chirurgiche, progettate per proteggere principalmente l’ambiente circostante dall’eventuale emissione di agenti infettivi da parte di chi le indossa. Sono utili per prevenire la trasmissione di goccioline respiratorie.
- Le mascherine FFP2 e FFP3, che offrono una protezione maggiore rispetto alle mascherine chirurgiche, filtrando particelle più piccole, comprese quelle virali. Le mascherine FFP3 forniscono il livello massimo di protezione.
Le visiere protettive rappresentano un ulteriore strumento di protezione per il viso, particolarmente efficace contro spruzzi e goccioline di saliva o altre sostanze. Vengono spesso utilizzate in combinazione con le mascherine, fornendo una protezione completa del volto, soprattutto in ambienti ad alto rischio di esposizione.
Perché le mascherine e le visiere protettive siano davvero efficaci, è però essenziale indossarle correttamente: nel caso delle mascherine, è importante coprire naso e bocca in modo completo, senza lasciare spazi vuoti; le visiere devono essere invece indossate in modo da coprire tutta la zona del viso, garantendo la protezione di occhi, naso e bocca.
Le tute protettive come barriera contro agenti contaminanti
Le tute protettive sono DPI che forniscono una copertura totale del corpo, creando una barriera tra l’operatore sanitario e l’ambiente potenzialmente contaminato.
Le tute protettive devono essere realizzate con materiali resistenti e impermeabili, spesso con cuciture sigillate per impedire il passaggio di fluidi.
Esistono varie tipologie di tute, a seconda del livello di protezione richiesto:
alcune sono progettate per proteggere da particelle fini, mentre altre offrono una protezione più avanzata contro agenti chimici o biologici.
Le tute protettive in ambito sanitario vengono utilizzate principalmente in situazioni ad alto rischio, come durante procedure che comportano l’esposizione a fluidi corporei, aerosol infettivi o agenti chimici pericolosi.
Anche in questo caso, indossarle correttamente è fondamentale ai fini del risultato: l’uso delle tute protettive richiede quindi una particolare attenzione sia durante la vestizione che durante la svestizione, perché ogni errore nell’indossare o rimuovere la tuta potrebbe esporre l’operatore sanitario a contaminazioni.
I dispositivi di protezione individuale rappresentano insomma un pilastro fondamentale della sicurezza in ambito sanitario.
L’utilizzo corretto di guanti monouso, mascherine, visiere e tute protettive è indispensabile per prevenire la trasmissione di malattie infettive e garantire la protezione degli operatori e dei pazienti.
La sicurezza sanitaria non può essere sottovalutata, soprattutto in contesti come ospedali, cliniche e laboratori, dove il rischio di esposizione a patogeni è elevato. È quindi essenziale che gli operatori siano adeguatamente formati e abbiano accesso a DPI di alta qualità, per poter svolgere il loro lavoro in condizioni di sicurezza ottimali.