Le tipologie di impianti antincendio  

Gli impianti antincendio consistono in dispositivi elettronici il cui compito è quello di poter prevenire un incendio e allarmare le persone presenti per tempo, in modo da poter intervenire rapidamente. Ne esistono di diversi tipi, alcuni sono anche in grado di cominciare a spegnere le fiamme irrogando acqua.

Si tratta, è possibile comprendere, di dispositivi pensati per aumentare la sicurezza dei luoghi chiusi e per poter prevenire e, a volte, anche domare un incendio mentre si attende l’arrivo dei soccorsi. Non a caso la legge li ha resi obbligatori nei luoghi pubblici e nei luoghi di lavoro. Ne esistono di tante tipologie, come apprendiamo dal sito di Antincendio Comet di Roma (https://www.antincendiocomet.it), specialisti in impianti antincendio, basta scegliere quelli più adatti alle proprie esigenze e capire quale è la soluzione migliore di volta in volta.

Cerchiamo di capire quindi quali sono le tipologie di impianti antincendio e come sceglierli.

Gli impianti antincendio passivi

Gli impianti antincendio passivi sono degli strumenti di sicurezza che servono per poter preservare le persone e anche le cose dall’azione delle fiamme. Svolgono la loro azione, come si desume dal nome, in modo passivo: si tratta, ad esempio, delle distanze di sicurezze interne, dei sistemi di ventilazione, ma anche delle porte tagliafuoco e di ogni altro tipo di barriera anti incendio, e dei muri tagliafuoco o delle vie di fuga. Lo scopo degli impianti antincendio passivi è quello di cercare di limitare l’azione del fuoco, e anche di cercare di limitare la propagazione delle fiamme e i loro effetti dannosi. Questi dispositivi non hanno bisogno di essere attivati e in genere per installarsi non hanno bisogno di personale, funzionano non appena scaturisce un incendio. Si tratta di materiali pensati per resistere alle fiamme, evitando la loro propagazione e cercando di limitare l’azione distruttiva dell’incendio.

Cosa dice la legge

Cosa dice la legge italiana sugli impianti antincendio? La presenza di impianti antincendio non è sempre obbligatoria, se non nei casi previsti dalla legge (ad es. nei locali pubblici, aziende private aperte al pubblico come locali, bar, e via dicendo). La legge quindi stabilisce quando è obbligatorio dotarsi di impianti antincendio che in alcuni casi possono consistere anche solo in estintori e in porte tagliafuoco.

Gli impianti antincendio attivi

A differenza di quelli visti, gli impianti antincendio attivi svolgono un ruolo di primo piano perché si attivano non appena rilevano l’incendio. Anche in questo caso possiamo effettuare una distinzione.

  1. Gli impianti antincendio di segnalazione. Si tratta di sistemi il cui scopo non è quello di contrastare attivamente il fuoco ma solo di segnalare un principio di incendio. Questi dispositivi sono pensati per far scattare un allarme sonoro e/o visivo non appena percepiscono la presenza di fumo oppure quando il calore nella stanza supera una certa temperatura. Non hanno nessuna forma di intervento sulle fiamme.
  2. Gli impianti antincendio completi. Questi impianti non si limitano a segnalare la presenza dell’incendio o di un principio di incendio, ma attivano anche l’acqua o altri sistemi per spegnere, soffocare o comunque limitare l’azione del fuoco. In genere questi impianti sono anche dotati di ulteriori sistemi come estintori mobili o splinkers, che sono dei piccoli dispositivi collegati alla rete idraulica che fanno uscire l’acqua quando scatta l’allarme, allo scopo di domare le fiamme. Possiamo distinguere in questo caso gli impianti antincendio con estinguente gassoso, che usa gas presenti in natura per spegnere l’incendio, e quelli che usano la polvere. Altri impianti antincendio invece utilizzano l’acqua per spegnere il fuoco, e sono quindi connessi alla rete idraulica, altri ancora spengono le fiamme utilizzando delle speciali schiume che provocano il raffreddamento.