Morire di Sicurezza

Un paese alle prese con le spese- ovvero La tutela del lavoratore ai tempi dell’abolizione dell’art. 18 dello statuto dei lavoratori

In un momento di crisi politica e all’alba di una (fantomatica) ripresa economica, la sicurezza sul lavoro registra una inversione di tendenza facendo registrare negli ultimi mesi un acutizzarsi di un fenomeno mai veramente estinto.

Di sicurezza si vive: lo sanno i tanti studi professionali di consulenza, le scuole di formazione e le università che negli anni hanno fatto della sicurezza un vero e proprio business con numeri ragguardevoli. Ma soprattutto di sicurezza si muore e si muore soprattutto perché in un paese culla del diritto, l’applicazione delle leggi rimane una utopia, un sogno inespresso che costringe tutti noi a rincorrere soluzioni.

Nel 2008 quando fu varato il transatlantico del D.Lvo. 81/08 i primi a scendere furono proprio gli imprenditori che alzando la voce amplificata da Confindustria, fecero modificare l’impianto sanzionatorio del decreto che, nella nuove veste di D.lvo 106/2009, si presentava al pubblico depotenziato negli effetti giuridici. Il Ministero del Lavoro, d’altro canto, si apprestava a una serie di integrazioni e revisioni del decreto con una certa assiduità, assiduità che sembra aver avuto un brusco arresto al giugno del 2016 a quando risale l’ultimo aggiornamento del Testo Unico della Sicurezza, se volete restare aggiornati sulle ultime notizie vi invitiamo a dare uno sguardo anche al sito Psb Consulting Srl

Appare ancor più significativo il numero ridotto di interpelli che si sono registrati da un paio di anni e che sembrano dar ragione ai più maliziosi che asseriscono che la riduzione degli incidenti avutesi nei primi anni dell’applicazione del decreto non fossero attribuibili ad una innovata e ritrovata coscienza e etica della sicurezza ma alla riduzione drastica (alibi la crisi economica) del numero dei lavoratori.

Non sono serviti i vari Accordi Stato regione Autonome del 2011 e del 2016 che hanno cercato di colmare il gap della formazione obbligatoria o specifica per lavoratori, preposti e dirigenti; di formazione si soffre tanto visto che i fondi interprofessionali ormai basano principalmente su questo tema la richiesta di attivazione di formazione da parte delle aziende.

In un clima del genere un evento come quello occorso agli operai rimasti coinvolti ieri nell’incidente alle Acciaierie Venete di Padova, investiti da una colata di acciaio fuso, è solo un triste epilogo di un romanzo che, parafrasando G.G. Marquez, potrebbe intitolarsi: Cronache di un incidente annunciato!